Ak-Kraak

REPORT FINALE SUGLI ULTIMI ATTI DEL NO G20

by on Jul.09, 2017, under General

Dopo la manifestazione di ieri, la più grande che Amburgo abbia visto negli ultimi 30 anni, abbiamo assistito a continue violazioni dei diritti umani e di cronaca.
Ieri notte in città c’è stata una caccia al manifestante -mettendo in mezzo legal team e giornalisti- che in quella che loro chiamano democrazia non dovrebbe mai accadere.
Stamattina la conferenza stampa parlava di 290 detenuti nelle GeSa, i centri di detenzione costruiti ad hoc per l’evento.
Ancora non è invece chiaro il numero dei feriti.

La caccia ha visto come protagonisti soprattutto italiani, francesi e svizzeri, segno che la polizia tedesca voglia avere più segnalazioni possibili, prima della partenza degli internazionali.
Hanno bisogno di capri espiatori per giustificare i 20.000 poliziotti che hanno usato in questi giorni, supportati dalle forze speciali con mitra spianati ed elicotteri rasente il suolo.
Hanno bisogno di fermi ed arresti per riempire per giustificare la costruzione dei GeSa.
Hanno bisogno di criminalizzare un movimento -storia già vista fra anni 90 e primi duemila- per distogliere l’attenzione dagli infami accordi di palazzo che succedono intorno a questi summit.

Molti gli italiani fermati, rilasciati, denunciati e perquisiti.
Come avrete letto in molti twitter fra ieri ed oggi:
– alcuni attivisti dei centri sociali del nord-est hanno ricevuto il foglio di via, ma rilasciati subito grazie alle pressioni degli abitanti del quartiere (St. Pauli)
– altri italiani della rete Berlin Migrant Strikers trattenuti
– sequestrata auto ed attrezzatura dei compagni di Radio Onda d’Urto, materiale che era sito in un campeggio privato, non in quelli occupati

Mentre vi scrivo la situazione è tranquilla per strada, segno che la polizia vuole far partire più gente possibile dalla città, a nostro avviso per avere l’iniziativa anti repressione delle 12 di fronte al municipio di Harburg (sede del GeSa) il meno partecipata possibile.

Come al solito i media si sono purtroppo concentrati su quella che loro chiamano violenza delle barricate e delle vetrine rotte, invece di raccontare la vera storia successa a questo anti summit: come la potenza di massa del movimento abbia reso impraticabile il vertice.
Per fortuna da parte degli organizzatori c’è stato il massimo rispetto di ogni pratica di piazza e la condanna della violenza delle forze dell’ordine.

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